Mia, acronimo di Misura di Inclusione Attiva, è il sussidio che il governo introdurrà al fine di sostituire l’attuale reddito di cittadinanza. Quest’ultima misura, infatti, a causa della legge di bilancio, era stata prorogata soltanto fino al prossimo luglio.
In teoria, la Mia dovrebbe essere attivata già da quest’anno, e sarà possibile richiederla da agosto/settembre. Il governo, che ha accolto la proposta che era stata avanzata tempo fa dal sottosegretario al Lavoro Durigon, dovrebbe escludere la possibilità che il nuovo sostegno, a differenza del reddito di cittadinanza, possa essere richiesto a ripetizione.
Con la riforma del reddito e della pensione di cittadinanza, e l’assorbimento di questa nella Mia, il governo andrebbe a risparmiare una cifra tra i 2 e i 3 miliardi di euro ogni anno.
Una condizione per ottenere la Mia, probabilmente, sarà la sottoscrizione di un patto personalizzato all’interno di un centro per l’impiego. Una delle novità più importanti riguarda le agenzie di lavoro private, che potrebbero ottenere degli incentivi per tutte le persone occupabili che riescano a firmare un contratto, anche a tempo determinato o part-time.
Nuclei con occupabili e con non occupabili
L’esecutivo avrebbe richiesto di dividere i beneficiari potenziali della Mia in due fasce differenti, ovvero in nuclei con persone non occupabili e nuclei con persone occupabili. Nel primo tipo di nucleo sono presenti minorenni, over 60 oppure persone con disabilità.
All’interno delle famiglie senza occupabili, la durata massima della misura ammonterà a 18 mesi dalla prima domanda e 12 mesi dalla seconda. Prima di poterla richiedere ancora bisognerà attendere un altro mese.
Nei nuclei con persone occupabili, invece, il sostegno scadrà dopo 12 mesi dalla prima richiesta e 6 mesi dopo la seconda. L’eventualità di una terza richiesta potrà essere ripresentata soltanto dopo uno stop di un anno e mezzo. Il governo, infatti, vorrebbe spingere in tal modo gli interessati alla ricerca attiva di un impegno.
Importo base
Per gli occupabili che beneficiano del reddito di cittadinanza dovrebbe essere presente la possibilità di presentare domanda per un nuovo sostegno, meno remunerativo rispetto al reddito di cittadinanza ma anche della Mia destinata a nuclei con persone non occupabili.
L’importo base del sostegno, per i nuclei familiari con una sola persona, resta identico ai 500 euro già previsti dal reddito. Non è ancora certo l’ammontare della somma extra destinata all’affitto: il reddito arrivava sino a 280 euro al mese, ma questa quota potrebbe essere abbassata. Per le persone occupabili, invece, il sostegno base viene ridotto a 375 euro.
Tetto Isee
Ma anche i requisiti Isee necessari per l’accesso al beneficio dovrebbero essere rivisti. Il tetto necessario per individuare i beneficiari della Mia dovrebbe scendere dagli attuali 9.360 euro a 7.200 euro.
Secondo il Corriere, il taglio potrebbe escludere un terzo degli attuali percettori del reddito, incidendo positivamente sulla scala di equivalenza. L’importo corrisposto aumenterebbe, dunque, rispetto al singolo componente del nucleo, e quelli più numerosi verrebbero assistiti meglio.
Per evitare di correre il rischio di censura da parte dell’Ue o della Consulta, il governo potrebbe portare il requisito di residenza in Italia da 10 a 5 anni, aumentando di poco la platea dei beneficiari.
Piattaforma online nazionale
Il ministero del Lavoro dovrebbe realizzare una nuova piattaforma nazionale online, alla quale gli occupabili dovrebbero iscriversi obbligatoriamente e tramite la quale ricevere offerte congrue: il diritto alla prestazione dovrebbe cadere al primo rifiuto.
L’offerta, in questo senso, si ritiene congrua poiché in linea con il profilo della persona occupabile se la sede di lavoro si trova all’interno della provincia di residenza della persona beneficiaria, oppure in una delle province confinanti.
Vengono considerate congrue anche le offerte con contratti brevi, se superiori ai 30 giorni.
Iscriviti al canale Telegram di Servicematica
Notizie, aggiornamenti ed interruzioni. Tutto in tempo reale.
Per riuscire a combattere il fenomeno del lavoro in nero congiunto al reddito di cittadinanza, il governo consentirà di cumulare alla nuova misura fino a 3.000 euro all’anno, non solo con redditi da lavoro intermittente o stagionale, ma anche con altri tipi di lavoro dipendente.
Dopo aver superato tale soglia, l’erogazione della misura di inclusione attiva verrà sospesa per tutta la durata del rapporto di lavoro per poi essere riattivata al termine.
Maggiori controlli
Per il Corriere, la nuova riforma andrebbe a rafforzare le norme sui controlli, sul lavoro in nero, sulle dichiarazioni di falso e sulla decadenza del beneficio per le persone che non rispettano gli impegni previsti.
Per confermare l’importanza di tali norme possiamo contare sul totale dei percettori del reddito, calato drasticamente in seguito al rafforzamento dei controlli stabiliti dai governi Draghi e Meloni. A gennaio 2023, le famiglie beneficiarie di reddito e pensione di cittadinanza erano 1.160.714, ovvero 200mila in meno rispetto all’anno precedente.
LEGGI ANCHE:
Diritti di copia e obbligo di pagamento con PagoPA: indicazioni contrastanti dal Ministero