Il Tribunale supremo spagnolo, che rappresenta l’ultimo grado della giustizia spagnola, ha deciso che non c’è alcuna ragione di escludere la corrida dalle attività alle quali possono accedere i più giovani grazie ad un bonus cultura apposito, dedicato interamente a loro.
Il Tribunale ha infatti dato ragione ad un’organizzazione che aveva deciso di fare causa contro la decisione presa dal governo Socialista di escludere dal bonus l’accesso ai combattimenti con i tori. Questa sentenza ha riaperto un importante dibattito che va avanti in Spagna da parecchio tempo.
Per alcuni, la corrida è una tradizione storica, che costituisce la cultura spagnola. Altri, invece, vedono la corrida come un qualcosa di assolutamente crudele, e che bisognerebbe eliminare.
Il Bono Cultural Joven
Nel 2022 è stato introdotto il “bono cultural joven”, che funziona in maniera simile a 18app, ovvero il bonus da 500 euro destinato ai neo 18enni, introdotto dal governo Renzi nel 2016. Il bonus spagnolo ha il valore di 400 euro, e consente ai giovani che compiono 18 anni di spendere 200 euro per testi scolastici, libri, strumenti musicali e computer, e gli altri 200 per attività culturali, come mostre, concerti e spettacoli.
Tuttavia, il ministero spagnolo della Cultura e dello Sport aveva escluso delle attività culturali la tauromachia, ovvero lo spettacolo che prevede il combattimento contro i tori. Questa decisione è stata ampiamente contestata dalla Fundación del Toro de Lidia, un’organizzazione che difende e promuove la pratica della corrida.
L’organizzazione aveva deciso di fare ricorso, e il Tribunale supremo, alla fine, ha dato ragione alla fondazione. La tauromachia, infatti, è un patrimonio culturale in Spagna, grazie ad una legge introdotta nel 2013. Non ci sarebbero quindi sufficienti motivi per poter escludere tale pratica, soprattutto in virtù del suo «valore culturale, storico e artistico».
Alcune fonti del ministero della Cultura hanno fatto sapere che tale decisione verrà rispettata. Dunque, i neo 18enni potranno richiedere di partecipare alla corrida con il bono cultural joven.
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La corrida è una tradizione molto antica, diffusa in Spagna ma anche in alcuni paesi del Sud America. Per molto tempo è stata considerata come un’occasione di ritrovo sociale. Funziona così: il toro viene istigato al combattimento dal matador, il torero, che dovrà infilzarlo ed ucciderlo con apposite spade.
Dopo la crisi economica del 2008-2009, in Spagna il numero delle corride ha cominciato a diminuire. Tuttavia, gli attivisti ritengono che sia una pratica crudele, e cercano di fare pressioni per abolire tale pratica.
La decisione del Tribunale spagnolo è stata accolta in maniera positiva dalla Fundación del Toro de Lidia, ma anche da alcuni politici spagnoli conservatori. Per esempio, Isabel Díaz Ayuso, la presidente della regione di Madrid ha detto che la corrida non può essere messa da parte per dei «preconcetti ideologici».
Sergio Torres, un attivista per i diritti degli animali, denuncia come la legge che protegge la pratica definendola patrimonio culturale debba essere completamente rivista. Per il giornalista Pedro Vallín, l’effetto della sentenza potrebbe accelerare le discussioni per vietare la tauromachia.
Dal 1991 gli spettacoli con i combattimenti dei tori sono vietati alle Isole Canarie. Nel 2010 il divieto si estese anche alla Catalogna, ma la Corte costituzionale annullò la sentenza nel 2016.
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