Sentiamo spesso parlare di scadenza della PEC, evento che rende invalido questo strumento dopo un determinato lasso di tempo. In realtà, la PEC non ha una vera e propria scadenza, dato che può essere paragonata ad una raccomandata.
La scadenza riguarda i certificati delle firme elettroniche che si trovano sui documenti allegati. In ogni caso, anche se il certificato di firma è scaduto, la PEC rimane valida relativamente alla data di emissione.
Dunque, se il certificato di firma era valido nel momento in cui è stato apposto, lo sarà anche la PEC associata.
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Le difficoltà entrano in gioco quando dobbiamo dimostrare che le date effettivamente coincidano. Tale incrocio di dati si rende possibile grazie ai file di log, ovvero una specie di giornale di bordo dove vengono registrati diversi eventi, come login e logout.
Il provider PEC, tuttavia, è tenuto alla conservazione dei file di log per 30 mesi. Oltre tale periodo non ci saranno più prove che l’apposizione della firma sia effettivamente avvenuta nel momento in cui il certificato era valido.
E’ per questo motivo che ogni azienda dovrebbe conservare i propri documenti digitali a norma di legge.
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Servicematica offre un servizio di conservazione digitale accreditato dall’AGID, l’Agenzia per l’Italia Digitale, che potrete trovare cliccando qui.
La conservazione digitale può essere utilizzata soltanto tramite Service1 e conserva digitalmente qualsiasi documento informatico, lettere monitorie, diffide stragiudiziali, scritture private, ricevute PEC e qualsiasi altro documento che vogliamo mantenga nel tempo valore legale.
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