Il Dipartimento americano dell’Agricoltura ha aperto un’inchiesta sulla morte di 1.500 cavie, utilizzate per la sperimentazione di chip da impiantare nel cervello umano
1.500 animali, di cui 280 tra scimmie, maiali e pecore, a cui sarebbero state inflitte sofferenze inutili durante i test, sino ad arrivare alla morte.
Questo è bilancio dell’indagine del Dipartimento dell’Agricoltura americano sulla violazione del benessere degli animali nei confronti di Neuralink. La società, di proprietà dell’uomo più ricco del mondo, Elon Musk, è specializzata nella produzione di apparecchiature mediche hi-tech.
La quantità e il ritmo delle sperimentazioni sarebbero state aumentate su richiesta di Musk. Lo staff di Neuralink avrebbe sollevato delle polemiche nei confronti dei test condotti troppo velocemente.
«Non ci stiamo muovendo abbastanza velocemente. Mi sta facendo impazzire», avrebbe scritto il miliardario ai suoi dipendenti, incitandoli a lavorare «immaginando di avere una bomba legata alla testa».
La fretta e la pressione, avrebbero portato i dipendenti di Neuralink a commettere svariati errori durante i test e a non adottare le adeguate precauzioni, causando morte e sofferenza negli animali coinvolti negli esperimenti.
Il caso del macaco di sei anni
Non ci sono state soltanto infezioni o decessi dopo le operazioni: le scimmie, dopo gli impianti, sarebbero state immobilizzate per favorire la riuscita dell’intervento. Durante le sessioni in cui si registravano le loro attività, sarebbero state legate a delle sedie, anche per cinque ore al giorno.
Già lo scorso febbraio si denunciavano alcuni casi specifici di maltrattamento. Per esempio, si raccontava di un macaco di 6 anni ucciso nel gennaio del 2019, all’interno di un progetto di “design sperimentale”.
Qualche mese prima, il macaco aveva subito una procedura chirurgica invasiva, nella quale gli scienziati avevano praticato alcuni fori nel cranio per impiantare degli elettrodi e fissarli con viti di titanio.
Nel dicembre del 2018, l’area che circondava gli impianti cominciò ad infettarsi, e la pelle si erose e sanguinò sino a mostrare gli elettrodi impiantati. Lo staff dovette somministrare alla scimmia grosse quantità di antibiotici, per poi sopprimerla qualche settimana dopo.
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Chip da impiantare nel cervello umano
Neuralink sta sviluppando un chip da impiantare nel cervello umano, per permettere di camminare alle persone paralizzate e di curare ulteriori problemi neurologici.
Il dispositivo è grande quanto una moneta e contiene un impianto cerebrale informatico. Lo scopo è quello di trasmettere informazioni cerebrali attraverso un’interfaccia computerizzata, per studiare meglio alcune patologie e migliorare la ricerca scientifica.
Il chip, se impiantato nel corpo umano, riesce a leggere le onde cerebrali, che vengono tradotte attraverso un altro dispositivo esterno. In tal modo una persona con Sla, per esempio, potrebbe essere in grado di comunicare con il mondo esterno attraverso i suoi pensieri.
Non è un mistero che lo scopo a lungo termine di Musk sia quello di permettere il trasferimento e il flusso di informazioni tra macchine ed esseri umani, proprio attraverso la diffusione di dispositivi come questo.
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