Quando è prevista la radiazione per l’Avvocato?

Gli avvocati non devono soltanto svolgere con diligenza il proprio lavoro, ma devono anche essere corretti nei rapporti con colleghi, giudici e clienti. Se un legale dovesse venir meno a tali obblighi potrebbe andare incontro ad una sanzione disciplinare proporzionata alla gravità di ciò che ha commesso.

La sanzione massima è la radiazione, ovvero la cancellazione dall’albo professionale. Chiaramente, la radiazione è prevista soltanto per i fatti più gravi in assoluto, come nel caso del legale che al posto di difendere il proprio assistito agisce contro lui, accordandosi con la sua controparte.

La radiazione consiste in una sanzione disciplinare prevista dal Codice deontologico forense. E’ la sanzione più severa in assoluto, che porta l’avvocato all’esclusione dall’albo, impedendogli anche di iscriversi a qualsiasi altro elenco, albo o registro.

Dunque, la radiazione cancella il libero professionista dall’albo, rendendogli impossibile esercitare la professione.

A decidere la radiazione è il Consiglio Distrettuale di Disciplina, che può adottare altri provvedimenti disciplinari, come:

  • l’avvertimento, con il quale l’avvocato viene informato di aver avuto una condotta che va contro le norme deontologiche e successivamente invitato a non commettere ulteriori violazioni. E’ una sanzione disciplinare che interessa le infrazioni minori;
  • la censura, ovvero un avvertimento un po’ più forte rispetto al mero richiamo precedente;
  • la sospensione, che porta l’avvocato ad essere escluso dall’esercizio della professione per un periodo di tempo che va dai due mesi ai cinque anni.

La radiazione, per quanto sia grave, non è per sempre. Un avvocato che è stato cancellato dall’albo potrà ottenere la reiscrizione dopo cinque anni, ma soltanto se si forniscono delle prove di aver mantenuto una condotta impeccabile.

Per la Cassazione, se dopo la radiazione dall’albo a causa di una condanna penale l’avvocato chiede la reiscrizione, il Consiglio dell’ordine valuterà attentamente la richiesta, tenendo conto della gravità del fatto commesso e della condotta successiva.

L’avvocato che voglia ritornare ad esercitare la professione dovrà procedere con la richiesta entro un anno dal termine dei cinque anni di radiazione. Successivamente, non avrà più possibilità di essere reiscritto.

Casi in cui l’Avvocato viene radiato

Secondo il Consiglio Nazionale Forense, un avvocato può essere radiato dall’albo se si fa dare una grandissima somma di denaro da un cliente, garantendo un esito favorevole poiché si conosce il giudice in causa.

Oppure, può essere radiato un avvocato che agisce in conflitto d’interessi con l’assistito. Questo è il caso, per esempio, dell’avvocato che assume la difesa dell’imputato, e al tempo stesso assiste anche la persona offesa.

La radiazione avviene anche se un avvocato utilizza le informazioni riservate che sono state ottenute dal proprio assistito, al fine di utilizzarle per il vantaggio di un altro cliente, come nel caso in cui il legale, dopo aver difeso la moglie nel giudizio di separazione, difende il marito nella causa di divorzio.

Una condotta ancora più grave avviene quando un avvocato si mette d’accordo con la controparte processuale a danno del proprio assistito. In tal caso, non scatta soltanto la radiazione ma anche il reato di patrocinio infedele, punito con la reclusione.

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