Si raccoglieranno dati anche sui tempi e sul tipo di reazione che il nostro cervello da in base agli stimoli
I dati raccolti dalla multinazionale simbolo degli occhiali da sole Ray-Ban sulle stories dei propri utenti sono estremamente sensibili. Infatti, essi concernono il meccanismo decisionale e il funzionamento del nostro cervello. Dunque, è giusto lasciare i dati in mano alle aziende private, il cui solo scopo è il proprio profitto? O servono piuttosto misure per il benessere collettivo?
Cosa sono i Ray-Ban stories e quali i pericoli in cui l’utente incorre nella società digitale
Innanzitutto, i Ray-Ban Stories sono gli occhiali frutto della collaborazione tra Facebook e EssilorLuxottica. Il risultato è una maggiore osmosi fra il nostro corpo, la nostra quotidianità e la tecnologia. A tal proposito, potrebbe sembrare indifferente filmare con una video camera, un telefonino o con un paio di occhiali. In realtà, la differenza è sostanziale.
Il segreto dell’innovazione sta nel fatto che l’immagine di ciò che ci circonda arriva al cervello dai nostri occhi. Infatti, essi generano impulsi neurali consentendoci così di adottare delle decisioni.
In questo modo, Facebook avrà la possibilità non solo di raccogliere informazioni su ciò che ci circonda, ma anche sui tempi e il tipo di reazione del nostro cervello in base agli stimoli sensoriali che riceve. Comunque, in parte Facebook è già in grado di farlo con i contenuti che ci propone sui suoi social network.
Tuttavia, nel caso dei Ray-Ban Stories Facebook avrebbe accesso a una tipologia di dati ben più dettagliati circa le nostre preferenze poiché sarebbe in grado di capire come utilizziamo il nostro sistema visivo per compiere azioni o adottare decisioni.
Talvolta, assumiamo senza sapere un atteggiamento diverso, aperto o chiuso, a seconda delle immagini che vediamo. Indossando i Ray-Ban stories, si consentirà a Facebook di raccogliere questo tipo di dati, talvolta sconosciuti anche a noi stessi. Effettivamente, non conosciamo approfonditamente il funzionamento del nostro cervello.
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La privacy a rischio nella società digitale con gli innovativi occhiali smart Ray-Ban Stories
Indubbiamente, sorgono subito domande rispetto alla fine che farà la nostra privacy, già costantemente a rischio. Non a caso, Facebook ed EssilorLuxottica dedicano una pagina al trattamento dei dati personali per l’utilizzo della loro nuova invenzione.
In merito, Facebook afferma che i dati raccolti non si incroceranno con quelli del suo social network, né saranno utilizzati per fini commerciali. Invece, si sfrutteranno solo per sviluppare i prodotti e i servizi offerti.
Tuttavia, l’impresa americana avrà sicuramente accesso a tutti i nostri contenuti e le interazioni vocali che avremo con gli occhiali. In quest’ultimo caso, Facebook accederà anche alle voci delle persone che ci circondano in quel momento. Ad esempio, anche dei nostri famigliari, amici o colleghi.
Dunque, Facebook utilizzerà i nostri dati per sviluppare nuovi prodotti. Considerando qualità e sensibilità dei dati personali che Facebook raccoglie, si arriverà ben presto a prodotti basati su sistemi di intelligenza artificiale dotati di un crescente grado di autonomia. Perciò, ci si chiede quali saranno i rischi e l’impatto di tali nuove innovazioni sulla società.
Le normative europee in merito ai rischi dei nuovi occhiali smart nella società digitale
La Commissione e il Parlamento europeo intervengono già per armonizzare le regole in materia di intelligenza artificiale (IA). L’obiettivo è di garantire che vi sia un livello adeguato di gestione delle tipologie di rischi connessi all’utilizzo dei prodotti su sistemi di IA. Inoltre, per delineare un quadro riguardante gli aspetti etici dell’IA.
In particolare, per quanto riguarda la questione etica, il Parlamento europeo ha proposto un regolamento sui principi etici per:
- Sviluppo;
- Diffusione;
- Utilizzo dell’intelligenza artificiale, della robotica e delle tecnologie correlate.
Tale regolamento si basa su alcuni principi, fra i quali:
- Approccio umanistico e antropocentrico dello sviluppo tecnologico;
- Presenza di garanzie e mezzi di ricorso contro le distorsioni e le discriminazioni;
- Rispetto della vita privata;
- Restrizioni all’utilizzo del riconoscimento biometrico.
Tali principi sono importanti per garantire che le future innovazioni non ledano i diritti fondamentali, i principi e i valori sociali ed economici della nostra società. In particolare, è fondamentale che tali innovazioni:
- rispettino la dignità umana;
- l’autonomia e l’autodeterminazione dell’individuo;
- impediscano danni;
- promuovano l’equità, l’inclusione e la trasparenza;
- eliminino le distorsioni e le discriminazioni.
Le soluzioni per prevenire il declino umano in favore della tecnologia intelligente e digitale
Pertanto, vale la pena chiedersi se sia giusto lasciare questo compito solo ad alcuni privati. Indubbiamente, le aziende private contribuiscono notevolmente a trainare lo sviluppo tecnologico. Inoltre, sono il motore di tutte le rivoluzioni industriali.
Tuttavia, la quarta rivoluzione industriale è differente. Potenzialmente, è in grado di favorire lo sviluppo di robot capaci di agire come essere umani. Quindi, il cambiamento sarebbe radicale e la tecnologia questa volta ci sostituirà o sarà comunque parte imprescindibile della nostra vita quotidiana.
Dunque, quali potrebbero essere le soluzioni per prevenire il declino umano? Innanzitutto, si potrebbe aprire un dialogo politico fra pubblico e privato e discutere un orientamento comune sul tipo di società auspicabile in futuro. Ad esempio, si potrebbe progettare il lavoro del futuro per evitare licenziamenti di massa e sulle innovazioni più importanti da sviluppare.
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