Dal primo ottobre l’accesso ai servizi digitali della PA avverrà solo tramite Spid o Carta d’Identità Elettronica
Il Decreto “Semplificazione e innovazione digitale”, poi legge 120/2020 stabilisce che dal prossimo primo ottobre sarà possibile accedere ai servizi on line della PA (Inps, Agenzia delle Entrate) solo muniti di Spid. Dunque, bando alle vecchie credenziali e largo al Sistema Pubblico di Identità Digitale.
Spid: pochi italiani ce l’hanno
Il conto alla rovescia è partito: tra poco esisterà solo lo Spid come strumento d’accesso ai portali on line della PA. Dunque, per accedere al sito dell’Inps, proprio come per consultare determinate aree riservate del sito dell’Agenzia delle Entrate, è necessario inserire lo Spid. Tuttavia, sembra che la percentuale di italiani over 65 effettivamente in possesso della propria identità digitale si attesti tra il 10 e il 15%. Numeri alla mano, si tratta solo di 24,3 milioni di italiani.
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Quindi, proprio per colmare questo divario tra ciò che dovrebbe essere e ciò che in realtà è, si è pensata la figura del “delegato Spid”: un tutore informatico che può accedere ai servizi dei soggetti anziani, o con carenze informatiche.
Alternative allo Spid
Su che cosa si basa lo Spid? Sull’inserimento delle credenziali ed autorizzazione tramite applicazione smartphone o servizi di messaggistica. Dunque, attualmente si tratta di una possibilità sostituibile con: carta d’identità elettronica (CIE) o con la CNS (Carta Nazionale dei Servizi: una smart card corrispondente ai dispositivi digitali e alla tessera sanitaria). Tuttavia, ambe due queste alternative sono adesso poco utilizzate, per via dei loro requisiti hardware: richiedono un lettore smart card o uno smartphone con sistema NFC.
Infine, è da notare che la nuova regola non riguarda le Partite Iva, le imprese ed i professionisti: per questi soggetti, l’accesso ai servizi digitali della PA continuano ad essere garantito attraverso l’utilizzo delle solite credenziali: di Entratel, del Sister o di Fisconline.
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