Pochi giorni fa, la Commissione Europea ha proposto la modifica del Regolamento e-IDAS per favorire l’adozione, da parte di cittadini, residenti e imprese dell’Unione, di un’identità digitale europea condivisa.
IL REGOLAMENTO e-IDAS
Il Regolamento n. 910/2014 e-IDAS – electronic IDentification Authentication and Signature – è entrato in vigore nel settembre 2018, ma da allora solo 14 Stati membri hanno implementato almeno un sistema di identità digitale. Tra questi figura l’Italia con lo SPID.
Gli obiettivi del Regolamento sono indicati al secondo considerando:
“Il presente regolamento mira a rafforzare la fiducia nelle transazioni elettroniche nel mercato interno fornendo una base comune per interazioni elettroniche sicure fra cittadini, imprese e autorità pubbliche, in modo da migliorare l’efficacia dei servizi elettronici pubblici e privati, nonché dell’eBusiness e del commercio elettronico, nell’Unione europea”.
La volontà è quella di favorire la fiducia e la certezza giuridica in quanto elementi necessari ad avvicinare cittadini, imprese e autorità pubbliche ai servizi elettronici, anche quelli più innovativi.
Per riuscirci è indispensabile garantire la sicurezza ICT, requisito che però va gestito a livello comunitario.
In tal senso, i servizi a cui il Regolamento presta attenzione sono i cosiddetti “servizi fiduciari” cioè servizi elettronici forniti “normalmente dietro remunerazione” e che riguardano:
a) la creazione, verifica e convalida di firme elettroniche, sigilli elettronici o validazioni temporali elettroniche, ma anche servizi elettronici di recapito certificato e certificati relativi a tali servizi;
b) la creazione, verifica e convalida di certificati di autenticazione di siti web;
c) la conservazione di firme, sigilli o certificati elettronici relativi a tali servizi.
Le recenti modifiche introducono tre nuovi servizi fiduciari qualificati: servizi di conservazione elettronica, di libri mastri elettronici e la gestione di dispositivi per la creazione di firme e sigilli elettronici a distanza.
L’IDENTITÀ DIGITALE EUROPEA
Altro elemento fondamentale è l’armonizzazione dei sistemi nazionali di identità elettronica per crearne uno condiviso a livello transfrontaliero.
L’identità digitale auspicata dall’UE ha le seguenti caratteristiche:
- – Estrema disponibilità
L’identità digitale europea può essere usata da qualsiasi cittadino, residente e impresa dell’Unione che lo desideri; - – Ampia utilizzabilità
Permette l’accesso da parte del possessore ai servizi digitali pubblici e privati in tutta l’Unione; - – Controllo totale
I titolari dell’identità digitale hanno il pieno controllo sulla propria privacy, possono scegliere quali dati condividere con terzi e monitorare tale condivisione.
Nella pratica, l’identità digitale europea prevede che gli Stati membri creino per i cittadini e le imprese dei “portafogli digitali” che collegano l’identità digitale nazionale del soggetto con altri elementi personali (licenza di guida, titoli scolastici, conto bancario). Grazie a questi portafogli i soggetti potranno accedere ai servizi online senza appoggiarsi a metodi di identificazione privati e senza condividere dati personali in eccesso. In questo modo si giunge sia a una maggiore sicurezza informatica, ma anche a una maggiore uniformità sul territorio comunitario.
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